La psoriasi è una malattia cutanea ad eziologia ancora ignota, non contagiosa, caratterizzata dall’aumento dell’attività mitotica relativa all’epidermide, si manifesta attraverso ispessimenti, arrossamenti e squame argentee, la sua evoluzione è imprevedibile. In passato la psoriasi veniva definita come la “malattia del sano”, attualmente invece, si è passati dalla definizione di patologia di interesse esclusivamente cutaneo a quella di psoriasi come malattia sistemica. Tale cambiamento deriva dalla scoperta che alla base di questa patologia, soprattutto nelle forme gravi, ci sono comorbidità diverse. Sono numerose infatti, le condizioni associate alla psoriasi: il morbo di Crohn, il diabete mellito di tipo 2, la sindrome metabolica, i problemi al colon, la dilatazione dei vasi, sintomi depressivi e alcune neoplasie (tumori). Tra le diverse comorbidità, inoltre, è aumentato l’interesse in particolare per i disordini metabolici e psicologici. Per quanto riguarda i disordini della sfera emotiva è da sottolineare, l’elevata incidenza di depressione ed idea di suicidio come conseguenza di una patologia cronica spesso invalidante e stigmatizzante come la psoriasi. Relativamente ai disordini metabolici, sempre maggiore è la percentuale di pazienti psoriasici affetti da soprappeso, obesità, insulino-resistenza, ipertensione arteriosa. Quando sono presenti tre o più di queste condizioni, si parla di sindrome metabolica. I fattori scatenanti della psoriasi sarebbero legati anche a traumi di tipo meccanico, chimico o allergico (lesioni della cute, tatuaggi, ustioni fisiche e chimiche) come anche a componenti di tipo emotivo. Secondo alcuni studi, infatti, lo stress psichico, oltre a scatenare il morbo, si presenta anche come elemento di riacutizzazione. Molto diffuse ed efficaci risultano le terapie sistemiche.